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Vecchiaia purificata

La geriatria è alleata alla bontà di Dio.

Principalmente perché aiuta la vita, il bene che Dio dona, e del quale è custode geloso. Poi, perché la vecchiaia, sebbene protetta da mali peggiori, è sempre punteggiata da piccoli disturbi fisici e psichici.

Orbene, questi disturbi, che accompagnano il vivere quotidiano, possono servire da purificazione, se accettati con il cuore libero e con...riconoscenza.

Sì, riconoscenza, perché essi servono a purgare con un po’ di dolore o di fastidio, certe gioie vissute nella gioventù, quando sono accompagnate dal peccato.

Sotto questo aspetto, il credente, costretto dalla malattia a lunghe degenze e a cure interminabili, può vedere nel proprio patire, la mano di Dio che purifica, o, addirittura, eleva la sofferenza a partecipazione alle sofferenze di Dio divenuto uomo.

Sotto questo aspetto, l’eutanasia, che pensa di accorciare le “inutili” sofferenze dei malati, è propugnata da persone di sguardo molto corto. Lo sguardo corto, misura la vita umana dal concepimento alla morte. Lo sguardo, e il cuore, aperti vedono la vita che si eterna dopo la morte, come considera la vita prima del concepimento, quando giace attendendo nell’amoroso disegno di Dio.

Or dunque, quale funzione assume la vecchiaia dentro il corso di tutta la vita, che si estende dall’eternità verso l’eternità?

E’ probabilmente il tempo della saggezza e della purificazione, del compimento e dell’attesa, del vivere serenamente Dio nel presente.

GCM 4.07.08