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Disperazione

Quando siamo scontenti di noi stessi, possiamo ancora sperare? Oppure gettiamo nel calderone della nostra depressione anche la speranza?

Dio è colui che è capace di farci sperare contro ogni disperazione, quando ogni speranza svanisce.

Nella disperazione rimane sempre un posticino aperto alla preghiera: ricordati di me, quando sarai nel tuo regno.

Le forze fisiche e psichiche si accasciano. La mente non reagisce più. Il letto può diventare un rifugio, quando non rappresenta la tomba. Manca perfino la voglia di sperare: che il mondo crolli, che tutto si sgretoli a catafascio, non me ne importa nulla.

Eppure a Dio importa. Gli importa proprio la nostra disperazione. Egli accetta la nostra disperazione, quando noi la rifiutiamo. Le mie lacrime le raccogli nel tuo otre, ci fa pregare così il salmo. Quando noi disperiamo, il Padre spera per noi.

Allora nella nostra disperazione ci ritiriamo da tutto. Si fa il buio e il silenzio. Nessuno è accanto. Il vuoto è totale e noi lo tocchiamo con le nostre mani sudate.

Dio ha bisogno del nostro buio, del nostro nulla, per inserire in noi il suo tutto.

Se la disperazione ci scaglia nel nulla, ci accosta mirabilmente a Dio, per il quale tutto è possibile. E proprio nel vuoto, misteriosamente la sua presenza si rivela.

Il disperato che tenta il suicidio, è ancora in possesso di qualche cosa di lui, non è entrato in quel vuoto assoluto, dove l’Assoluto di Dio si rivela.

GCM 28.06.08