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Preghiera.1

La preghiera, quando la fede si solidifica, è necessaria. Anche la devozione si serve della preghiera; perfino la devozione priva di fede, usa la preghiera.

La fede non si serve della preghiera, ma si permea di preghiera ed è infusa nella preghiera.

Per intuire la fede-preghiera, è necessario guardare Gesù.

Infatti la preghiera è interna al campo più vasto, espresso nel rapporto uomo-Dio. In Gesù questo rapporto giunge al massimo dell’espressione vitale. In lui il rapporto tra uomo e Dio, non si esaurisce in un contatto esterno, ma, nell’intimo della persona di Gesù, questo rapporto raggiunge l’unione: Gesù è uomo e Dio.

Perciò se la preghiera unisce l’uomo a Dio, questa unione in Gesù si eleva tanto che lui stesso è Uomo-Dio. Quindi Gesù è la preghiera, che si esprime e agisce in ogni opera e parola di Gesù, anche quando ai nostri occhi non appare la preghiera “formale” o - se vogliamo - “le preghiere”.

Nel Vangelo troviamo spesso Gesù che si raccoglie (sul monte) a pregare, che alza gli occhi al cielo, che esprime richieste (cap.17 di Giovanni, per esempio), che loda e ringrazia il Padre. Sono episodi che esprimono la sua coscienza di essere preghiera.

Noi, credenti a Gesù, siamo assimilati a lui dalla fede  e dallo Spirito Santo. Forse non ci accorgiamo, eppure in Gesù non solo preghiamo, ma siamo preghiera. Infatti qualunque cosa facciamo, come dice Paolo, la facciamo nel “nome” di Gesù, cioè con il suo stesso “essere” (questo è il significato di “nome”).

Noi non solamente preghiamo, ma siamo preghiera. Perciò la preghiera silenziosa, composta di contemplazione, è la più genuina espressione di noi stessi.

Ci sono, in giro, molte “scuole di preghiera” (anche gli Apostoli chiesero a Gesù: “insegnaci a pregare” e così avevano un simbolo di appartenenza). Ci sono anche scuole di meditazione (chi non ricorda S.Ignazio di Loyola?). Ci sono poche scuole attive di contemplazione. Eppure...

GCM 15.06.07