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Il male

    “Né lui, né i suoi genitori hanno peccato per essere nato cieco, ma è in vista della manifestazione di Dio”, dice Gesù nel Vangelo di Giovanni. Questa è la posizione di Gesù: nelle difficoltà non guardate indietro, piuttosto guardate in avanti. Non la causa, ma lo scopo.
Di fronte al male diventa molto meno urgente cercare la causa del male, quanto piuttosto lo “scopo” del male.

    Lo scopo del male, però non per prolungare il male, ma per guardare la sua liberazione. Il male esiste: Gesù lascia ai filosofi e ai teologi la ricerca dell’origine del male. Lui è il Salvatore e la sua missione è la liberazione. Fino all’ultima liberazione, quando anche l’ultimo nemico, la morte, sarà sconfitto.

    Israele conosce Dio, quando egli libera il popolo dalla schiavitù. Allora prende consistenza, per tutto il popolo, colui che è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Perfino quando Mosè chiede a Dio il suo nome, Dio sembra scivolare via.

    Gesù è il liberatore, e ci invita a domandare:”Liberaci dal male”. E per farci capire la connessione del male con la tentazione, fa premettere: “Non ci arrestare nella tentazione”. La tentazione va superata per essere liberati dal male. Perciò la tentazione è in vista del superamento del male. La tentazione ha una connessione naturale con il bene. Il male è una tentazione, in vista del bene. La cecità in vista della gloria. L’ignoranza in vista della verità. La sofferenza in vista della purificazione. La morte in vista della Risurrezione.

    Gesù ha vinto la morte per ridare a noi la vita. Il male e la tentazione sono richiami connessi con l’opera redentrice di Dio.

    GCM 29.08.07