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La porta stretta

Conoscendo quanto Dio è umile, intuiamo il valore della porta stretta, di cui parla Gesù.

La porta stretta di Dio per raggiungere la grandezza suprema dell’umiltà, sono il ventre di Maria, e le doglie del suo parto. Tanto più doloroso, perché verginale.

La porta stretta di Gesù è la sua vita angustiata dall’ignoranza di chi l’ascoltava. L’ultima porta stretta, per entrare nell’amore Trinitario, fu la sua morte.

Anche noi attraversiamo almeno due porte strette, per iniziare a vivere e per completare la vita. La strettoia della nascita per trovarci all’inizio della vita, che è la nostra esistenza nel tempo. La strettoia (agonia) della morte per vivere la vita completa, stabile, eterna nel grembo di Dio.

La morte è dolorosa. Ma è stretta la via che porta alla vita, e pochi l’abbracciano.

Forse tutta l’esistenza nel tempo, è una via stretta, che ci porta a sfociare nell’eterno. Stretta non per il dolore, che non sempre ci accompagna, bensì per le sponde dentro le quali scivoliamo lesti per arrivare, come un bob, alla meta.

Perfino i divertimenti ci introducono nell’insoddisfazione e nella stanchezza. Più i divertimenti sono intensi, più triste è l’uscirne.

La via è stretta, perché noi siamo piccini. Piccoli, capaci di produrre anche amore e oggetti belli e gradevoli. Oggetti tanto più gustati, quanto più vi ci avviciniamo senza pretensioni.

La via è stretta. Eppure se percorsa con Gesù, diventa serena e luminosa, piena di riconoscenza, di lode, di amore a Dio. Se accettiamo la piccolezza, il nostro cuore si allarga nella gioia.

GCM 27.04.08