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Lode

          La nostra preghiera cambia, anche grazie all’età.
          Quando eravamo giovani, gli educatori, la società e l’età ci incalzavano per spingerci ad agire, a conquistare. I nostri esami di coscienza si aggiravano intorno ai peccati - soprattutto quelli di omissione - commessi, e la preghiera derivante era: “Signore, aiutami a fare questa o quest’altra cosa". Preghiera di domanda.
          Con l’età le forze declinano. A questa situazione si risponde almeno in due modi: con rabbia per l’impotenza (con la rabbia si associano tentativi vani di sforzi, bestemmie, bar); con l’adattamento, che ci aiuta a vedere ciò che si riesce ancora a compiere, e a utilizzare serenamente i resti.
          Allora la preghiera è sempre meno “Signore, aiutami ad agire” e sempre più “Padre, ti ringrazio per il bene che anche oggi ho compiuto”: preghiera di lode.
          Ciò segna il passaggio dalla pretensione alla pace della lode.
          Però non è necessaria la vecchiaia per esprimere la preghiera di lode. Ci si può abituare da bambini, se riusciamo, con una sana educazione serena dei nostri genitori, a vedere le cose belle e i progressi quotidiani che compiamo, e in essi intuiamo la mano generosa di Dio.
          Nella preghiera di ringraziamento e di lode, le eventuali mancanze e i possibili errori, sono sentiti come poveri umani incidenti, non come sconfitte. Incidenti sempre rimediabili, se in essi anche scorgiamo Dio che ci indica la via giusta da percorrere, forse anche cambiando direzione.
          La preghiera di lode e di ringraziamento ci mette sempre di buon umore, e ne usciamo con il cuore sollevato.
          GCM 16.08.07