Entusiasmo di gloria!
Lodare il Padre ed essere orgogliosi di lui. Gli Ebrei lodavano Dio, perché loro vantavano un Dio superiore agli dei, statue che non vedevano, non udivano, non parlavano. Il loro Dio, creatore del cielo e della terra, liberatore degli schiavi, soccorritore durante le difficoltà, era un Dio “loro” di cui essere fieri: “noi siamo suoi, egli ci ha fatti, noi siamo gregge che lui stesso conduce”.
Allora essi lodavano il Dio superiore, il Dio degli dei!
Il loro Dio è il nostro Dio. Per noi non è importante la sua superiorità su altri dei, ma la sua assolutezza. La misura della sua grandezza, è impossibile misurarla.
Ci sarebbe da essere fieni, quasi affranti dall’orgoglio di essere “suoi”, gregge del suo pascolo. La nostra vita proseguirebbe tuffata nella lode e nel ringraziamento. Però poche volte la nostra sensibilità s’accorge del “nostro Dio”. Sembra che adorare Dio, sia un tuffarci nella nostra nullità, nel nostro essere uomini, un soffio che passa. Davanti alla grandezza immensa di Dio, una indicazione depressivante ascetica ci indica di misurare soltanto la nostra misera piccolezza. La lode alla grandezza di Dio, quando ci ricordiamo di attuarla, è occasione per nutrire la nostra depressione. È questo che vogliono Gesù, il Padre, lo Spirito?
L’entusiasmo per i risultati dei piedi degli uomini, che infilano un pallone dentro una rete, è molto superiore per i risultati di colui che con la parola ha creato il mondo (non infilandolo dentro una rete!) e con l’amore circonda la nostra vita, proprio perché siamo suoi.
Entusiasmo! Che dire del Gloria, del Santo, o semplicemente degli Amen, biascicati svogliatamente, durante le nostre messe?
05.02.14
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