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Contagio di Dio e Regno


    Il contagio da Dio, ci giunge dall’eterno. Paolo ce lo dice da sempre. Dio da sempre ci ha conosciuto a essere della stessa “forma” secondo l’archetipo di suo Figlio, affinché lui sia il primogenito di molti fratelli. E quelli che predestinò, li chiamò, li rese giusti, e li introdusse nella gloria (cfr. Rm  8, 29-30). In vista della introduzione nella gloria (gloria=divinità), da sempre Dio ci ha progettati. Da sempre Dio ci ha progettati a essere contagiati da lui nell’esistere, nel vivere, nell’amare e nel conoscere, e nella partecipazione allo Spirito divino.

    Il nostro destino è vivere di Dio liberamente. Gesù è il Dio che richiama le persone alla loro autentica libertà, quella che abbraccia liberamente il proprio destino di partecipazione a Dio. Se utilizziamo la nostra libertà per deviare da Dio, allora deviamo dal nostro destino, e sfuggiamo al contagio di Dio.

    Questa atmosfera pregna di Dio, della quale siamo partecipi, e non solo essere tuffati in essa, Gesù la definisce “Regno di Dio”. Tale regno Gesù non solo l’annuncia, ma ne è la realizzazione: è arrivato a voi il Regno di Dio.

    Regno di Dio è il regno nel quale Dio è presente. Non in una parte delimitata del Regno, perché Dio non sopporta limiti. Bensì Dio è tutto il suo Regno, e di questo Regno ci ha resi partecipi fin da ora. I teologi che immaginano un Regno di Dio futuro, non s’accorgono della presenza di Dio nel Figlio Gesù. Gesù ieri, oggi e “nei secoli”, ossia sempre. Il Regno di Dio non è una struttura, ma una presenza; non è un’organizzazione, ma una forza sacramentaria e santificatrice; non è un’esteriorità, ma un dono di amore, che si attua nell’interiorità.

    12.03.15