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Parola performante

Gesù predica il Regno di Dio, ma non lo fa attendere, aspettando i tempi escatologici a venire. Gesù predica il Regno di Dio, e lo stesso suo predicare è la realizzazione del Regno di Dio. Sempre la parola di Gesù è “performante”, ossia attua ciò che dice. Questo non avviene soltanto nelle guarigioni dei corpi, ma anche nell’assoluzione dei peccati, e nella consolazione dei cuori. Il suo “Va’ in pace”, o il suo “Non temere”, non si rattrappiscono a diventare mere esortazioni, ma producono pace e consolazione.

Questo accade perché Gesù è il sacramento di Dio. E’ il veicolo che comporta la presenza di Dio in terra.

Quando Gesù rende suo corpo il pane e suo sangue il vino, esercita in pieno la sua performazione. Ed è altamente performante quando indica ai suoi “fate questo in memoria di me”. Così rende “performante” anche la parola della Chiesa, in modo speciale durante l’Eucarestia. Il pane e il vino, nell’azione della Chiesa, radunata “nel suo nome”, sono davvero corpo e sangue di Gesù. E ciò non per un potere che nasce dall’uomo, ma per la forza della stessa parola di Gesù.

La sacramentalità performante, quando è vissuta nello Spirito di Gesù, pervade e permea la Chiesa. Nella Chiesa, ciascuno di noi è permeato. Non soltanto nell’esercizio dei sacramenti, nei quali il battezzato diviene figlio di Dio, e il peccatore viene “giustificato”, ma anche in ogni gesto della nostra vita.
Quando diciamo “Ti sia pace”, la pace si avvera; quando benediciamo cose o persone, queste sono davvero benedette.

Forse, abituati a crederci o importanti o incapaci, non riusciamo a cogliere e a sperimentare in noi, la retta misura di noi stessi: figli di Dio, credenti in Gesù.

GCM 13.11.14