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Contagio di Dio


    Contagiati da Dio. È un modo incompleto di dire. Però sta forse per aiutarci a intuire la nostra posizione di fede. Contagio è trasmettere ad altri, tramite particolari mediatori, un nostro modo di essere. Trasmettere, cioè comunicare, creare una “comunione” concreta di un certo germe.

    Già la concezione di un nuovo essere umano (ma anche  di  piante o di animali) è trasmettere i genitori, con le loro qualità e anche con le loro tare, ai figli. La trasmissione è vitale, ossia passaggio di vita da vivente/i ad altro vivente. Trasmettere non solo qualità, ma la stessa vita. I genitori contagiano di vita i propri figli.

    Dio è l’esistente. E contagia di esistenza il cosmo. Tutto esiste “per” lui. Non è corretto dire che il cosmo esiste per opera di Dio. Sappiamo che Dio è semplicità, in lui non esiste la separazione tra il suo essere e il suo operare.

    Dio è il vivente. Perciò contagia di vita le piante, gli animali, gli uomini. Non è da dimenticare o da scartare del tutto la concezione induista della relazione tra Brahma e Atman. Noi viviamo, perché siamo contagiati dal vivere di Dio.

    Dio è Amore Intelligente. E noi siamo contagiati dalla capacità di amare e di conoscere. Quando viviamo di amore e di intelletto, attiviamo il contagio vitale di Dio in noi.

    Dio è spirito. E noi siamo imbevuti dello spirito di Dio. Quello Spirito che ci sollecita a dire semplicemente: “Padre!”. Tutti noi, che crediamo in Gesù Dio, siamo contagiati della vita trinitaria in noi.

    12.03.15