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Dimenticare Dio



    Se il mio popolo mi ascoltasse, se Israele camminasse per le mie vie! Subito piegherei i suoi nemici e contro i suoi avversari porterei la mia mano.
    Queste sono espressioni riportate in un salmo. Dunque, se ci si abbandona davvero a Dio, il suo aiuto è sicuro. La pietà neutralizza le armi. Si narra di S. Chiara, la quale si trovava in pericolo, a causa delle continue scorribande dei saraceni (così usava chiamare allora i musulmani). Una volta i saraceni stavano vicini al monastero, e l’aggressione era ormai sicura. Chiara prese in mano Gesù Eucarestia, si pose a vista davanti ai saraceni, e questi si ritirarono con la coda fra le gambe.

    S. Chiara era una credente e affidava a Dio la difesa di sé e delle consorelle. Tanta fede in Gesù, da chiamarlo concretamente in causa.

    Il Dio della pace, dona pace ai nostri cuori, anche quando siamo nel pieno della prova. Egli non sempre ci libera dalla prova, però sempre ci sostiene nella prova.

    Però, per essere confortati dall’annuncio e dal sostegno di Dio, è richiesto il nostro non dimenticarci di lui.

    Dio è dispiaciuto per il nostro dimenticarci di lui. Non è dispiaciuto come i nonni, quando generi o nuore impediscono ai propri bambini di recarsi a casa dei nonni. Non è dispiaciuto per sé, ma per chi lo dimentica, perché non può beneficarlo. È il dispiacere del generoso, che gli si impedisce di attuare la sua generosità.

    Dio è misericordia: il non confidare nella sua bontà, è impedirgli di essere se stesso con noi. Il trascurare Dio è sì un’offesa, però non alla sua vanità, ma alla sua generosità, e, quindi, è un’autopunizione umana, è il fallimento della stessa gioia dell’uomo.

    05.10.15