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Libertà e condanna

Dio castiga? E’ un giudice che utilizza la bilancia della giustizia, per essere equo con tutti nel giudicare? Perché Gesù afferma che è venuto non per condannare ma per salvare?

Insomma Dio castiga, come è indicato nel vangelo dove si dice: ”via da me, maledetti, nel fuoco eterno!”.

Si potrebbe anche dire di sì, ma Dio castiga tramite l’uomo, che è sua creatura. Infatti il giudice e il condannatore dell’uomo è lui stesso. Egli compie il bene e si trova assolto; compie il male e, perciò, si trova condannato da sé.

Creando l’uomo libero, Dio lo costituisce giudice di se stesso. E Dio, nel suo amore per gli uomini, interviene, affinché gli uomini, con il suo aiuto, non si autocondannino.

Gesù difatti non condanna, perché sono sufficienti gli uomini per autocondannarsi, attraverso lo stesso male che essi commettono.

Nelle nostre mani è collocata la stessa giustizia di Dio!

Creando l’uomo libero, Dio corre il rischio di veder perduti i suoi figli!

Tutta la scrittura è un continuo appello del Padre, affinché con l’operare il bene, l’uomo salvi la propria libertà. Chi fa il male non è libero più di prima, perché perde la libertà sebbene gli stupidi cercano di convincersi che il peccato sia  un’esaltazione della stessa libertà: questo è il grande peccato dei libertari come essi stessi si definiscono. Già lo scegliere di essere libertari è un incatenarsi nella schiavitù.

Chi pecca è schiavo del peccato.

Dio, che ci crea liberi, è corresponsabile della nostra  dannazione?

Paolo: Cristo vi ha liberati, affinché siate liberi!

Dio vuole che noi conserviamo la nostra libertà nella grazia.

13.07.14