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Un Dio per gli intelligenti


    L’essere cristiani ci rende intelligenti. E chi non è troppo intelligente ci giudica stupidi.

    Essere cristiani ci lega al Dio di Gesù Cristo. È Dio puro e liberante.

    Se noi, eredi purtroppo dei Romani, fossimo anche eredi del loro immaginare la divinità (della quale anche loro avevano bisogno, per avere un garante sui loro contratti, cioè il sanctus - da sancire), saremo ancora a dire di  un Giove che si sollazza tradendo Giunone e cercando incontri con le belle fanciulle umane; o di un dio che è contento solo se c’è una guerra, come Marte; oppure due dee, Venere e Minerva, che si odiano; ecc. Questa sarebbe dovuta essere la nostra fede nella divinità.

    E se fossimo eredi dei Germani, avremmo dovuto credere al violento Odino e ai suoi asi. E se fossimo eredi degli indiani, altra triade con una corte di adepti. E così via.

    Il Dio di Gesù è uno, semplice, onnipotente e amante del bene e del vero.

    Non ci troveremo meglio con quanto è inventato dopo Gesù. Se arriviamo nel Paradiso, che è pieno di giardini in alto, con piante e belle donne illibate dai grandi occhi neri, dove scorrono fiumi di acqua, di latte, di vino delizioso, dove non è permesso parlare con Dio… Chissà perché ai maschi è promesso di godere con le huri, e alle donne non è permesso di godere con i bei maschi, ma forse solo con le huri… Insomma l’incontro d’amore con il Padre, l’immersione nella gioia della vita trinitaria, dovremmo crederla impossibile.

    Gesù, trasmettendoci la sua fede in Dio, ci libera dalle pesantezze delle varie mitologie, anche da quelle create dalla tecnica, ci ha resi intelligenti con il credere nel Dio, vivo e vero.

    26.02.15