HOME

Home > Societa' RIPENSARE > Articoli 2010 > Profeti incompresi

Profeti incompresi

I profeti autentici, come Geremia, Isaia e gli altri, si sono sempre spesi per innovare la fede e la giustizia.
Guardavano il tempio, ma non si chiudevano in esso. La vita sociale, quindi la giustizia e l’etica, era loro impegno.

Oggi si direbbe: Vangelo e giornale.

La loro missione era quella di unire il rapporto con Dio assieme con il rapporto tra gli uomini, l’antico che urgeva e il nuovo che incalzava. Però non sono mai stati preda della moda, dell’ultima trovata, che contraddicesse l’antica e valida tradizione.

Quando si scagliavano contro le persone, con il rischio della propria vita, era per riportarle all’antica osservanza, proprio in mezzo ai rinnovamenti, affinché questi non soffocassero quella.

Il profeta non è l’uomo della moda dei nuovi costumi. Giovanni Battista ci rimise la vita, per aver contraddetto la moda di cambiar moglie.La diificoltà incontrata dai profeti, fu dovuta al loro impatto con il sociale, nel quale dovevano tuffarsi, proprio per essere fedeli al Dio, che sentivano in sé.

Difficile il loro cammino, scabrosa la loro vita.

A loro, come a Gesù, erano ostili i sacerdoti e gli anziani, i preti e i dominatori. Che oggi i dominatori non siano re, ma politici, ricchi, giornalisti e creatori di opinioni (ingiusti questi, ma subdoli), non cambia la missione dei profeti.

I quali profeti non erano destinati ad accontentare scribi e farisei, a farsi approvare né dalle persone pie, né dagli innovatori supponenti e critici verso tutti.

Nemmeno oggi è facile fare il profeta. E anche oggi, come accadde a Gesù, nemmeno i più vicini, capiscono i profeti.

GCM 26.09.10, pubblicato 11.11.10