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Libertà intelligente

Io sono la porta dell’ovile, attraverso di me le pecore escono ed entrano. Gesù afferma la propria libertà, che diventa libertà per tutti.

Gesù accoglie chi entra, e lascia libero chi esce.

Egli è garanzia di vera libertà. Eppure è diversa la libertà di chi entra, dalla libertà di chi esce. All’interno la libertà è protetta, sebbene limitata. All’esterno la libertà è vasta come è vasto il mondo. Proprio perché questa libertà non si corrompa, egli si pone a capo del gregge uscito in libertà, e lo precede. Le pecore lo seguono: nell’amare, nel beneficare, nel lasciarsi amare, nell’incappare in difficoltà, morte compresa, nel risorgere.

Gesù precede: le sue pecore odono la sua voce e lo seguono: ossia usano la libertà acquistata, nel modo più intelligente, che è quello del bene. La libertà ha solo due aggettivi fondamentali: intelligente e stupida.

Intelligente: vedo il bene, l’approvo, lo compio.

Stupida: vedo il bene, lo approvo, lo sfuggo perché mi mette paura.

La libertà intelligente si serve del proprio potenziale per la ricerca della verità, per l’attuazione dell’amore, per la costruzione dell’arte e dell’unità umana.

La libertà stupida (quanto stupida!) utilizza il proprio potenziale  per corrompere con il rifiuto della verità, con l’oppressione del prossimo, con la sregolatezza del sesso, con la perversità di forze e di azioni distruttive.

Non basta essere liberi, per essere intelligenti. E’ l’uso della libertà che ci rende stupidi o intelligenti.

Certamente per raggiungere la totale intelligenza della libertà, non sono sufficienti due ore. La scelta della strada è facile, ma il camminarvi richiede un lavoro di tutta la vita, e l’opera dello Spirito Santo.

GCM 26.04.10   pubbl. 12.09.10