HOME

Home > Societa' RIPENSARE > Articoli 2010 > Trasmettere

Trasmettere

Queste mie incursioni dentro un sito gestito dalla SPERI, non sono il massimo di quanto libri autorevoli dicono. Il mio lavoro non è né competitivo, né ultimativo. E’ semplicemente comunicativo all’interno di un gruppo, che si esprime liberamente nella comune ricerca di scoprire la verità, che Dio ci ha offerto e ci offre.

So che i miei scritti valgono soltanto se comunicano, oggi. Quello che ho comunicato ieri è un ricordo, che prende valore solamente se oggi, rileggendolo, qualcuno lo trova utile o bello.

So anche che, nel declino dell’Occidente e dell’idioma italiano, di quanto oggi viene scritto, resteranno soltanto le ceneri.

Eppure rimane eterno, e lo porterò con me anche dopo la morte, il valore dell’aver comunicato. Il comunicare è donare: quindi è una parte potenziale della carità. Paolo assicura che cesseranno le lingue, le teologie, la fede e la speranza. Unica a eternarsi è la carità.

Il comunicare per trasmettere anche a una sola persona quanto Dio mi sta donando, è carità, se non è bruttato dall’esibizionismo. Quanto di carità trasmettitiva si rinserra nel mio scrivere, questo e questo solo ha carattere di eternità.

Gli oggetti descritti hanno un valore effimero. Forse si estinguono anche nel momento nel quale sono espressi. Il valore di un articolo di giornale cessa del tutto, quando io brucio il giornale. Ma il valore, o il disvalore, umano di chi scrive, è inserito già nell’eterno: bagaglio appresso nel suo cammino. Anche quando di questo bagaglio lo scrivente si dimentica.

Quando si trasmette la verità di Gesù, e Gesù nella verità comunicata, ha poca rilevanza l’oggetto trasmesso, se paragonato al fatto che “i vostri nomi sono scritti nel cielo”.

GCM 03.09.10, pubblicato 12.11.10