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Assolutamente

Mi avevano insegnato che l’unico assoluto è Dio; tutte le creature, uomo compreso, sono relative. Per noi uomini, l’emblema della nostra relatività è la morte. La morte, come paterno avvertimento di Dio, per stimolarci ad aggrapparci a lui, unico capace di guarire il nostro relativismo, la nostra precarietà, donandoci di partecipare alla sua vita: vita dell’Assoluto.

Oggi è sulla bocca di tutti, soprattutto di coloro che si danno alla politica, l’uso di due avverbi: estremamente ed assolutamente.

Una volta, quando eravamo consci dei nostri limiti, per affermare la certezza di quanto stavamo esponendo, ci sfuggiva un timido “davvero”. Davvero grande, davvero bello. Oggi si butta là con “estrema”sicurezza un “estremamente bello”. Magari si tratta di una mera crosta.

Proprio stamani, ascoltando attraverso la radio, le parole di un noto e chiacchierato politico, odo dire:”Assolutamente probabile!”.

Tutti sanno che quel politico non sempre è d’accordo con la grammatica italiana, e con la verità. Ma accostare l’assoluto con il probabile, riesce ridicolo davvero.

Mi ricorda le “convergenze parallele” dei bei tempi di Aldo Moro. Quando era bistrattata la geometria.

Purtroppo bistrattando la grammatica italiana grazie all’ “assolutamente probabile” si bistratta anche la povera gente, che impara a dimenticare che l’assoluto è solo assoluto e basta, perché non ha relazioni alla pari con nulla.

Forse Gesù aveva ragione quando indicava di pronunciare semplicemente le parole “Sì” e “No”. E aggiungeva. il resto viene dal maligno. Quanti “estremamente” e “assolutamente” fanno parte del vocabolario del maligno! E quando noi coviamo gli “assoluti”, dentro di noi, senza confrontarci con il Vangelo, con la verità?       

GCM 27.06.10,  pubblic. 24-09-10