Contro i disonestiOggi, giustamente, si decide di escludere da incarichi istituzionali (forze dell’ordine, magistratura, governo, parlamento, ecc.) coloro, che hanno pendenze con la giustizia. Si decide di escluderli perfino dai partiti. L’intenzione è retta. Il pericolo di scuotere le istituzioni. Il beneficio: si assottiglierebbe il numero dei ministri e dei parlamentari, ancor prima di emanare leggi sulla riduzione numerica di senatori e di deputati? Non si sa. Il movimento opposto a queste decisioni, afferma che tutti hanno diritto ad accedere a responsabilità pubbliche, perché la vita privata non può essere sindacata dal pubblico. Al parlamento può accedere qualsiasi cicciolina di turno, qualsiasi abortista in armonia con la legge. Una terza posizione è quella che ci riguarda. Sono accettati dalla Chiesa e dal Padre tutti i peccatori pentiti. E’ significativo il fatto che lo stesso battesimo che “cancella il peccato” è anche la porta di entrata nel regno di Dio. Noi siamo santi, perché peccatori pentiti e perdonati dal Padre. Sulla misericordia di Dio, e non sulla nostra onestà, si basa la nostra santità. Tanto più che, troppo frequentemente, la persona che vuole cacciare i disonesti, sta commettendo disonestà. Almeno il peccato di presunzione di credersi un puro, in diritto di punire gli impuri, con un giro di vite, forse attraverso decreti legislativi. Noi, peccatori pentiti e perdonati, i quali ogni giorno chiedono l’assoluzione dai propri peccati, e ogni giorno domandano al Padre la grazia di non farli cadere nella tentazione. Allora sopra i nostri meriti, splende in noi la bontà misericordiosa del Padre. GCM 19.02.10
|