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Omofobia

Mi è un po’ disagevole comprendere come una reazione naturale, di fronte a una irregolarità dei rapporti tra le persone, sia annoverata come una malattia psichica.

Ero abituato, dal mestiere che faccio, a scoprire sotto i termini che contengono il suffisso “fobia” alcune situazioni patologiche: claustrofobia, agorafobia, ecc. Oggi ascolto una pubblicità, pagata con i miei soldi perché voluta dal governo italiano, che parla di “omofobia”. Una mia semplice reazione di maschio adulto, diventata patologia psichica. Sono i nuovi miracoli dal governo italiano? Intendo la pubblicità, non le persone.

Se poi esamino la pubblicità in parola, vedo unire il numero delle scarpe (quindi di una cosa che si riferisce ai piedi) a un atteggiamento psichico che si riferisce alla persona.

E’ vero: pari opportunità tra le scarpe e la persona!

Evidentemente, non condanno nulla, perché davanti a simili invenzioni del nostro governo, sento una voce che mi dice: “Perdona loro perché non sanno ciò che stanno facendo”.

Resta però una situazione chiara: la pubblicità vuol difendere gli omosessuali, ma colpevolizzando le persone normali. Questa è la vera ingiustizia. Come quella di certi giornali, sempre pronti a scusare il delinquente, accusando di arretratezza la persone oneste.

Mi sembra doveroso per un governo difendere l’uomo retto, senza esaltare il delinquente, o il diverso: comunque difendere tutti.

Ma la giustizia umana (per fortuna, non di tutti) è quella che decide per non incriminare un politico in auge, o per fare uno sconto inaudito agli evasori, e dimenticarsi di coloro che pagano le tasse.

E’ la logica dei potenti. “Ma tra di voi non sia così”: dice Gesù.

GCM 21.06.10