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Verità e libertà

Ho frequentemente davanti agli occhi un volume, che titola: “Un uomo libero alla ricerca della verità”. E’ scritto da molte mani, in ricordo di un sacerdote morto. E’ un volume ricco di idee e di indicazioni, dovute allo stesso defunto, e di affettuosissimi ricordi di quanti lo hanno accostato e gli sono stati cari.

Leggendo i pensieri del sacerdote defunto io stesso ne sono rimasto arricchito.

Eppure il titolo del libro, ogni volta che lo incontravo, mi lasciava un po’ disorientato. Ieri mi è sorta l’idea di confrontare il titolo del libro con le parole inconfutabili di Gesù: “La verità vi renderà liberi”.

Il libro mi presenta una libertà prima della verità. Il Vangelo una verità prima della libertà, e fondamento della libertà.

Forse hanno ragione tutti e due: si dà una libertà prima della verità, e una libertà dopo la verità.

La prima libertà è una dotazione autentica, ma ambigua e ambivalente, una libertà incompleta, se non incontra la verità. La verità  dona la libertà semplice e indirizzata verso quell’unità, dove libertà, verità, bontà, vita, bellezza si abbracciano e si completano.

La verità è Gesù, non solo capito, ma abbracciato e assimilato. “Cristo mi ha liberato, perché siate liberi”, avverte vigorosamente S.  Paolo.

Allora ho compreso il titolo del volume, dedicato a un sacerdote suicida: la sua libertà era ancora ambivalente, non tuffata completamente nel bagno di Cristo. Non giudico la responsabilità nel compiere un suicidio: Iddio, mio Padre, sa.

Vedo solo un fenomeno, del quale tento di trovare la spiegazione.

GCM 04.10.09