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Labbra pure

Isaia, quando s’accorge del suo contatto con Dio, s’accorge anche di essere un uomo dalle labbra impure. Le labbra sono la fonte della creatività superiore, che devono attuare il piano di Dio, con le parole, perché l’uomo deve continuare l’opera di Dio, il quale “disse, e si attuò”.

A purificare le labbra del profeta, la visione presenta un angelo, che attinge una brace dal fuoco sacro, e con essa tocca le labbra del profeta per purificarle. Il fuoco che purifica, è rammentato anche nel Nuovo Testamento.

Anche noi, ogni giorno siamo purificati, perché alle nostre labbra impure si accosta l’Agnello di Dio, nell’Eucarestia. La presenza reale di Gesù, accolta a cuore aperto, è sempre forza che purifica e che guarisce. Addirittura la veste di Gesù, solamente, guarisce la donna sofferente di metrorragia.

Noi, consci davvero dei nostri peccati, abbisogniamo di una reiterata quotidiana purificazione. Perciò ci uniamo, fino a confonderci con lui, all’Agnello di Dio, che solleva il  peccato del mondo.

Nella Scrittura troviamo che la superbia umana è accusata anche sotto la figura di labbra altere. La parole lorda l’uomo, anche perché attraverso la parola esce la maggior parte delle intenzioni perverse. Le labbra pulite sono quelle che il Signore apre perché proclamino la sua lode.

Le labbra però sono mosse dal cervello e dal cuore. Purificare le labbra è anche purificare idee e sentimenti, che sono rettificati dall’azione di quello stesso Spirito che monda le labbra.

Giovanni Battista previde che Gesù avrebbe usato ventilabro e fuoco. Gesù: “Voi siete mondi grazie alla mia parola”.

GCM 15.07.12