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Copre i peccati

15.07.12

Ecco perché siamo riconoscenti a chi ci chiede un aiuto. Egli ci offre il perdono dei peccati. Perciò Gesù dice che è più beato dare che non ricevere.

Infatti, richiamando una frase dei Proverbi, Pietro scrive che l’amore copre una moltitudine di peccati.

Quando usciamo dall’aver aiutato una persona, non solo godiamo del bene prodotto, ma anche ci sentiamo alleggeriti dei nostri peccati, fossero anche una moltitudine (greco: plèthos).

Dove troviamo carità, troviamo Dio che perdona. E ogni occasione di esercitare l’aiuto e l’amore, è un bagno di purificazione. Sto pensando quanto perdono di peccati genera una calamità naturale, che suscita tanto slancio di generosità! La calamità non è tanto un castigo di purificazione, quanto un’occasione di purificazione, tramite la carità. La carità purifica.

Infatti nella disciplina ecclesiastica antica, la carità cancellava il peccato, considerato non come un reato contro la legge, ma un’offesa a Dio che ama: un rifiuto dell’amore.

Con la carità si riannodava l’amore.

Chi chiede o accetta la nostra carità, è donatore della nostra purificazione, e gli dobbiamo essere riconoscenti.

Ecco: mentre benefichiamo, ci benefichiamo. E anche questa è azione di Spirito Santo. I santi del confessionale (Curato d’Ars, S. Leopoldo, Padre Pio...) si santificavano nel confessionale perché mentre esercitavano la funzione del perdono, venivano loro stessi perdonati.

E che dire dei non credenti, degli atei, capaci di aiutare, di vivere una sincera filantropia, espressa in mille modi? La loro carità li avrà purificati dalla moltitudine dei loro peccati? E nella carità ci troviamo uniti credenti e non credenti.

GCM 01.05.12