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Le mie forze sono per amare

Amo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le mie forze, se la mia vita non si regola secondo il criterio umano della tradizione o della moda, ma soltanto secondo la sua volontà.

“In sua voluntate è nostra pace”, ci ricorda perfino Dante.

Sto ascoltando con diletto un concerto, e non mi ricordo di Dio o di Gesù: li amo, allora, oppure il mio amore patisce una sospensione?

Sono tutto preso da un lavoro delicato, ma mi dimentico di Lui. Lo amo ancora?

Dormo, e lo amo?

“Io dormo, ma il mio cuore veglia” mi suggerisce la Scrittura, e l’inno mi dice che nel sonno “per soporem sentiat”.
Io amo Dio se la mia vita scorre nell’alveo della sua volontà, quella volontà che mi crea capace di diletto, di concentrazione nel lavoro e necessitante il sonno. Io esco dalla sua volontà, e dal suo amore, se decido di vivere contro la sua volontà. La volontà mi instrada nell’amore di Dio, e la volontà mi fa sbandare dallo stesso amore.

Una delle componenti della volontà di Dio, è la preghiera. Trascurare la preghiera è trascurare l’amore, che si esprime nell’intimità.

Ho udito alcuni che dicono di sostituire la preghiera con l’azione. Una scelta che affievolisce, o forse cancella, il mio amore.

Far convogliare ogni azione nella preghiera, non può cancellare la preghiera.

Nella preghiera si attinge la dolcezza e il sorriso, che condiscono le attività e le azioni.

La preghiera è il riancoraggio nella semplice soavità dell’amore. Nella preghiera riabbracciamo Gesù. Purché sia davvero preghiera.

GCM 20.08.12