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Gesù concreto oggi

13.07.12

Sono totalmente credibili quelle persone che, anche in buona fede, affermano di essere cristiane e di non partecipare all’Eucarestia?

Forse sono credibili, ma non si riferiscono al cuore essenziale della vita cristiana, cioè al Cristo. L’unico Cristo, al quale bisogna aderire per essere, appunto, cristiani, oggi è presente solo nell’Eucarestia, attorno alla quale circola tutto il mondo della carità e della fede. Il trovarsi alla periferia dell’Eucarestia, è sì un esserne irraggiati, ma non esserne partecipi.

Essere cristiani, non può arrestarsi all’immaginare di esserlo, o al proclamare di esserlo. Non può ridursi a sembrare una copia dell’appartenenza a un partito, o all’ACI, o ai tifosi di una squadra di calcio. Non l’appartenenza, con relativa tessera, a un gruppo, ma a una persona, Gesù. Egli attorno a sé forma la “sua” Chiesa. Ma il fondamento della Chiesa è soltanto Gesù.

Perciò immaginarsi di essere “cristiani senza il Cristo", concreto e unico possibile nella storia, è utopia, e forse menzogna. Ed essere di un Cristo scisso dall’Eucarestia, corre il pericolo di unirsi a un’effigie, non a una persona fattuale.

L’invito, e perfino l’obbligo, della partecipazione all’Eucarestia, non è preoccupazione di aumentare il numero dei partecipanti, e forse degli offerenti, ma esigenza a non far perdere l’essenza: l’adesione viva e vitale alla persona di Gesù.

Il suono delle campane, la domenica, non è un invito a far gruppo, ma è un invito a ricevere il dono Gesù. Non chiama principalmente a “venire in chiesa”, ma a ricevere Gesù, in un contatto personale, che si realizza attraverso il gruppo dei credenti.

Il comodo personale, di qualunque genere possa essere, fa dire “Cristo sì, Eucarestia no”. La fede invece sa che quel “Cristo sì” si trova in un “Eucarestia sì”.                                                      GCM 02.05.12