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Magnificat

Nel Vangelo troviamo insegnamenti ed esempi di preghiera. In questo tempo si moltiplicano scuole di meditazione e di preghiera. Sono il contrappeso equilibrante alla vita frenetica, troppo spesso stupidamente frenetica.

Gesù insegna la preghiera: ”Quando pregate dite...” e non fate come i pagani.

Gesù vive la preghiera: scorci di preghiera li troviamo quando loda il Padre per i piccoli, quando chiede la liberazione nel Gethsemani, e soprattutto nella grande preghiera unitaria,  durante la cena d’addio, preghiera questa quasi dimenticata ed elusa nella liturgia.

Mi piace ora ricordare un’altra preghiera, quella che ci ha donato nostra madre Maria, e che anche oggi scorre gioiosa sulle nostre labbra. E’ il dono di una madre ai figli: il Magnificat. Un dono bello, che si accosta  all’altro immenso dono di Maria: Gesù.

Lei ha ricevuto nel suo grembo Gesù, embrione dentro di lei. E grazie a questo embrione, da lei, e oggi da tutti noi, sgorga la preghiera di gioia.

Maria, donandoci la sua preghiera e permettendo che noi la ripetiamo, ci trasferisce nell’atmosfera di gioia: il mio spirito esulta. Il Magnificat non è soltanto una preghiera obbligatoria durante la recita dei Vespri, ma è
un’esclamazione, che sgorga spontanea, quando ci accorgiamo del bene che Dio ci vuole e del bene che lui ci dona.

E’ vero che per accorgerci di questi beni è necessario accogliere quella sensibilità nuova, che zampilla dalla fede e pervade tutto il nostro essere. La sensibilità autentica per Dio, ci viene soltanto da Dio. Sta a noi non rifiutarla, seguendo i nostri istinti distorti... anche a causa delle nostre idee.

GCM 17.07.12