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Preghiera arida

Ai giusti si addice la lode. I non giusti non possono lodare? Possono lodare, ma la loro lode a Dio, è scissa dalla loro vita. Il giusto, quando loda Dio, loda Dio con tutto se stesso.

Lode a Dio, ossia preghiera. Ogni accento che si riferisce a Dio è preghiera, è contatto intenzionale con Dio.

Talvolta la preghiera stessa rende giusti. Ciò, per esempio, accade al delinquente appeso sulla croce, accanto a Gesù crocifisso. “Oggi sarai con me nel Paradiso”. La preghiera del delinquente era accompagnata e permeata di verità: io sono un delinquente, mentre Gesù è un giusto. La verità nella preghiera è necessaria.

Mi fanno pena quei cristiani, che rifiutano la verità, e poi si lamentano per il loro pregare arido, inconcludente.
Rifiutano la verità di Gesù e della sua parola in campo etico, pretendono, come Cameron, che la Chiesa si aggiorni, accettando l’immoralità corrente diventata costume e legge semiramidesca o sodomitico-gomorrese, e poi si lamentano di non saper pregare. Non accettano la verità, che solo ai giusti, a coloro che accolgono la parola di Gesù, si addice la preghiera.

“Un cuore pentito, tu, o Dio, non disprezzi”. Un cuore superbo, che pretende di dettar legge a Dio, Dio non può far altro che rifiutarlo. O meglio, Dio non rifiuta, è il superbo che rifiuta Dio, e quindi si tiene lontano dal suo Amore.

Il pentimento, per noi peccatori, è l’unica via per diventare giusti ed esprimere una preghiera serena e liberante. Come la preghiera di Davide, adultero e assassino pentito. Senza vero pentimento la nostra preghiera resterà sempre arida.

GCM 29.07.12