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Energia eucaristica

16.07.12

L’Eucarestia è una estrema manifestazione della “discesa” di Dio.

Dio, in Gesù, si abbassa al livello umano, addirittura “spogliandosi” della nativa irrinunciabile gloria.

Poi Gesù conduce l’abbassamento dell’Incarnazione all’ultimo livello: Gesù si concede alle cose, pane e vino.

Non solo annullamento dello splendore di Dio (kenosi) nel corpo di un uomo, ma oltre ancora: abbassamento della grandezza dell’uomo, nella realtà delle cose: un nascondimento, un annullamento totale.

Ma Gesù non viene meno. Proprio quando il pane e il vino si dissolvono, comunicano energia divina di salvezza nell’uomo.

Non meraviglia quindi l’esperienza dei mistici (dei quali la più nota è Teresa Neumann), i quali per anni si sono nutriti della sola Eucarestia. Noi ci meravigliamo, perché guardiamo l’opera di Dio con i nostri limitatissimi criteri. Gesù però ci aveva avvertiti che chi si nutrirà di lui, vivrà grazie a lui.

Il dissolvimento del pane e del vino sono l’estrema conseguenza dell’Incarnazione, ossia della kenosi, intima alla dinamica dell’Incarnazione: all’estremo dell’annientamento, è prodotta l’energia di salvezza, introdotta dalla fede.
Spiegazione? Nessuna.

Eppure chi è anche soltanto informato dell’omeopatia, è in grado di intuire qualche cosuccia.
Il cosiddetto rimedio omeopatico, più avanza nel processo, acquista maggiore purezza di energia, nell’allontanarsi dalla fonte stessa, alla quale è stata attinta l’energia. Questa è solo una lontanissima analogia, ma aiuta a intuire che anche nella materia, aumenta l’energia, quanto più essa si allontana dalla fonte.

GCM 11.06.12