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Pregare i santi

Quando pregate, non usate un fiume di parole: così parla Gesù.

E’ un invito alla preghiera essenziale, semplice.

Pregare i santi? Non è sbagliato. Meglio però è pregare con i santi. Accompagnare con la nostra la loro preghiera. I santi sono nostri fratelli. Come noi intercedono presso il Padre.

Ci sono molte persone indaffarate a invocare molti santi, per tenerseli tutti propizi, recitando le preghiere, che si trovano scritte nel retro delle immaginette. E’ meglio sentire vicini i santi, e non tenerli a distanza, e con loro lodare e ringraziare Dio. Anche la liturgia ci instrada al pregare con i santi, quando alla fine del praefatio, ci fa dire: “insieme con gli angeli e con i santi, cantiamo e proclamiamo la tua lode”.

Pregare con i santi, è una sublime forma di preghiera comunitaria. I santi infatti non dicono molte formule più o meno lise, ma sono in attiva contemplazione del Padre. Non formule, ma presenza.

Ogni pregare è presenza, contatto, il “tu” con il Padre. La preghiera cristiana non è urli lanciati a un Padre che sta lontano, come fece il “ricco epulone” quando dall’inferno invocava il padre Abramo.

La preghiera cristiana, pur essendo preghiera a voce alta, come si legge nella lettera ai Romani, non è preghiera a distanza, perché è preghiera nello Spirito.

Pregare con i santi, vivi o approdati nella visione di Dio, avviene nell’essere travolti nello stesso Spirito, che impregnò la preghiera di Gesù.

GCM 15.03.11, pubblicato 25.05.11