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Nostalgia della gioia

La nostalgia del confessionale. Ormai sta scemando il ricorso al confessionale, anche perché diminuisce il senso del peccato, e il bisogno di rifugiarsi in Dio sta scomparendo.

In compenso aumenta il senso di colpa con le sue conseguenze psichiche, e il relativo ricorso allo psicologo. Meno senso del peccato, e maggior senso di colpa.E così il rifugiarsi in Dio è sostituito dal bisogno di rifugiarsi nello psicologo o nella droga.

Il ricorso all’alleggerimento della pena e dell’ansia. In realtà si ridesta, non ben ravvisata, la nostalgia del confessore e del confessionale. Questa però è una nostalgia sempre più occulta, e spesso occultata.

A questa nostalgia di ricevere comprensione e misericordia, corrisponde la nostalgia di chi può usare la misericordia dell’ascolto e trasmettere la misericordia di Dio. La gioia di comunicare quel “Dio ti perdona” e confermare la fede in questo perdono di Dio, con la gioia di poter assolvere.

“I peccati che scioglierete, resteranno sciolti” Il Gesù Risorto conferisce alla Chiesa iniziale dei propri discepoli, ancora spaventati, questo compito e la connessa facoltà.

Nostalgia dell’esser perdonati e nostalgia del poter perdonare. Tutte e due queste nostalgie causano gioia, se sono appagate. Il confessionale palestra della gioia, continuazione della gioia eucaristica.

Così la nostalgia del confessionale si allea alla nostalgia della gioia, nostalgia che non può essere imbrogliata, scambiandola con la nostalgia del divertimento o della crapula, della droga o del sesso. La nostalgia della gioia ci può condurre soltanto là dove il nostro cuore davvero si appaga: a Gesù.

GCM 04.05.11, pubblicato 17.07.11