HOME

Home > Chiesa SACRAMENTI > Articoli 2011 > Desiderio

Desiderio

La gioia di Simeone esplode. Ha tanto desiderato di vedere la salvezza, che al suo apparire non si contiene, ed esplode in un inno di contentezza e di abbandono: “Adesso posso partire, perché ho visto!”.

Il desiderio nutrito, crea un’aspettativa che già agisce dentro la persona, e la prepara a vedere l’avverarsi dell’evento desiderato. Il desiderio sensibilizza la psiche, e questa talvolta si nutre soltanto dell’oggetto desiderato, trascurando il resto, se non tutto il resto. Allora tutte le energie psichiche si ordinano, inconsapevolmente, verso l’oggetto desiderato. La fantasia lo immagina, i sensi sono più acuiti. Quando l’oggetto si presenta, il riconoscerlo diventa facile, quasi ovvio.

Anche quando l’oggetto è spirituale, le energie psichiche si indirizzano verso di lui. Se poi l’oggetto è realizzato e inteso da Dio, lo Spirito di Dio accompagna il desiderio, e prepara a riconoscerlo.

Il desiderio di Dio, predispone all’incontro, spesso anche estatico, con Dio.

Certamente il nostro desiderio di Dio è troppo flebile, perché noi si sperimenti l’entusiasmo di Simeone.

Tuttavia, quando il nostro desiderio di Gesù Eucarestia si tramuta in bisogno di lui, allora produce fame e, conseguente, soddisfazione. Fame e pienezza. Accorrere alla fonte e dissetarci.

Tutti abbiamo avuto nella vita momenti di questa fame, se non abbiamo rifiutato il contatto con Dio, perché creduto insipido.

Ma l’invito del Salmo resta: Venite e gustate quanto è soave il Signore.

Te desidera la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua.

L’Apocalisse di Giovanni rimprovera una chiesa, perché si sente già sazia, non desiderosa di Dio.

GCM 02.02.11, pubblicato 04.05.11