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Terrore e fede

La tempesta infuria. I marinai sono disperati. Gesù tranquillamente dorme. Lo svegliano, ed egli li rimprovera. Loro lo accusano: “Non t’interessa che noi stiamo morendo”. E lui: “Gente priva di fede, perché avete paura?”.

Gesù dorme, ma è con loro. Addirittura potrebbe soccombere con loro. Non gli interessa di morire? Se lui stesso, in prospettiva della morte, suda sangue?

Questo Gesù incomprensibile, che non tiene conto del naturale spavento della gente! Eppure egli si commosse davanti alla bara del giovane di Naim, e pianse presso la tomba di Lazzaro a Betania. Gesù è misterioso.

Ma un tema gli ritorna sempre in mente, in ogni circostanza.

La tua fede ti ha guarito. Tutto è possibile a chi ha fede. Abbiate fede. Perché dubitate uomini di poca fede? Perché avete paura, uomini di fede scarsa?

Sì, è la fede che gli interessa.

I marinai si rivolgono a lui non spinti dalla fede, ma dal terrore. La differenza non è trascurabile. La fede è confidenza, il terrore è spavento.

Il rimprovero di Gesù non è contro il terrore. Esso è comprensibile. Ma per un terrore, che non si riveste di fede. I nostri terrori sono compresi dal Padre, ma non possono essere da soli il ponte verso di lui. Nutrire la fede, perché essa sia presente, durante il periodo di terrore.

E’ inutile pretendere il miracolo, senza fede. E’ però possibile e necessario alimentare la fede, quando il cuore è sereno, perché le porte alla confidenza allora sono aperte.

Purtroppo molti cristiani trascurano di alimentare la fede, nel tempo giusto.

GCM 28.06.11, pubblicato 17.10.11