HOME

Home > Chiesa SACRAMENTI > Articoli 2011 > Domandare sorridendo

Domandare sorridendo

Uno dei motivi, per i quali far messa mi diverte, è la preghiera dei “ricòrdati”.

Sembra che la mia confidenza con il Padre, giunga fino a pensare che lui abbia perso la memoria, oppure si sia distratto. Mi ritornano alla mente le parole del profeta Elia, che scherniva i sacerdoti di Baal. Questi, in gara con il profeta di Israele, dovevano appiccare il fuoco alle vittime, ma soltanto pregando gli dei. Ma non riuscivano ad ottenere nulla, allora il profeta li canzonava dicendo: “Gridate più forte, che forse il vostro dio è distratto, e dorme, o è andato lontano”.

Quando il rito liturgico mi impone di dire a Dio “Ricordati!”, io mi immagino il Padre, che sorride e mi dice: “Ma non sai che io vi vedo e vi ascolto sempre?”. E mi viene da sorridere in compagnia di Dio.

Gesù di sé diceva: “Padre, io so che tu mi ascolti sempre!” E, richiesto di insegnare a pregare, dice: “Il Padre vostro conosce già le cose, di cui avete  bisogno!”.

E’ inutile quindi il  pregare? Alcuni ormai non sanno che cosa sia il rivolgerci a Dio e parlare con lui. Però conoscono molto bene che cosa sia il chiedere o il pretendere dagli uomini, magari strisciando ai loro piedi.

Pregare non è inutile. Esso è riattivare anche nella consapevolezza, il nostro raccordo con il Padre. Il chiedere, quando si chiede, al Padre, è solo un atto di riconoscimento della bontà di Dio. Non è un forzare la benevolenza del Padre, ma un parlargli, sicuri di essere già a contatto affettuoso con lui.

Gesù assicurava: “Chiedete e riceverete, perché a chi chiede, viene accordato”. Soprattutto quando a lui chiediamo, ciò che ci ha donato, ossia lo Spirito Santo.

GCM 11.02.11, pubblicato 22.04.11