HOME

Home > Chiesa SACRAMENTI > Articoli 2011 > Il nemico amato?

Il nemico amato?

Amare i nemici. Così indica Gesù, secondo il Vangelo di Matteo. Non ci nascondiamo che questo è un boccone amaro, difficile o impossibile a trangugiare.

Amare, voler bene a chi ci sputa in faccia, ci canzona, ci priva del bene, ci combatte, impedisce il nostro agire ovvio e lecito, il nostro parlare di Dio. Talvolta siamo impediti a parlare di Dio perfino in un raduno di preti, o in un convento di monache o di frati. Nemici ovunque.

Amarli? Impossibile.

L’equilibrio nostro di fronte a un’offesa, richiede di offendere. Pari e patta. Siamo educati alla vendetta, per sentirci giusti. Perfino in ciò che si dice “giustizia”, si recensiscono, con naturalezza, le pene vendicative.

Amare i nemici, ma come? Dante ci insinua: “per lui fu cortesia l’esser scortesi” Insomma, siamo impantanati nell’odio verso i nemici: occhio per occhio.

Se leggiamo completamente la frase di Gesù, sopra riferita, troviamo la via di uscita.

La frase è composta da due emistichi: “Amate i nemici - pregate per i persecutori”. Di solito, nel linguaggio ebraico, nella composizione di una frase il secondo emistichio completa e chiarisce il primo. Il pregare per i persecutori, ci introduce nella comprensione e nella dinamica dell’amore ai nemici.

Se l’amore dovuto ai nemici, non si tuffa nella preghiera, non potrà mai realizzarsi. Il rapporto diretto tra me e il mio nemico si correda di vendetta. Il rapporto tra me  e il mio nemico, che passa attraverso la preghiera, che ci riempie di Spirito Santo, può diventare e, se lo vogliamo, diventa amore, perché con la preghiera doniamo amore al nostro nemico.

GCM 22.02.11, pubblicato 20.06.11