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Chiedere e bussare

Perché “chiedete e riceverete”?

Perché, la nostra preghiera, soprattutto nei momenti di angoscia, non è mai esaudita?

Ci rivolgiamo perfino ai santi dell’impossibile, come a S. Rita, e non riceviamo. La preghiera, l’abbiamo confinata tra le ragnatele della soffitta, come un oggetto ormai inutile.

E Gesù è qui che dice:”Chiedete e riceverete”.

Chiediamo inutilmente? Oppure chiediamo con Gesù?

Con Gesù. Non soltanto pronunciando il suo nome, o immaginando di stare con lui. Con Gesù, ossia immersi in lui, tanto radicalmente e visceralmente, da essere permeati di Gesù, mentre chiediamo.

Con Gesù, ossia con il suo cuore, e con la sua volontà. Con la sua sensibilità e la sua vita, penetrata in noi.

Se assimilati a Gesù, sappiamo e chiedere, e che cosa chiedere. Allora anche in noi si avvera ciò che Gesù diceva al Padre: “Tu mi ascolti sempre”.

Forse più chiaro del chiedere, è quel “bussate e vi sarà aperto”. E’ più chiaro, perché accettiamo di non sapere ciò che sta dietro la porta, eccetto la presenza del Padre. Bussare è anche saper attendere. Non è prendere a calci la porta, affinché si apra.

Il bussare è sempre umile e sospeso. Si desidera che venga aperto, ma non si conosce che cosa scopriremo. Il bussare è fiducioso e trepidante.

Però al di sopra del chiedere e del bussare, si stende la certezza che il Padre “conosce già le cose di cui abbisognate”. La base della preghiera è sempre e solo la fiducia in “Lui”.

GCM 17.03.11, pubblicato 16.05.11