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Vecchiaia o annuncio?


Può rivestire di un significato l’odierno conferimento del cardinalato a un vescovo di novantacinque anni? Non potrà recarsi a Roma, non potrà svolgere alcuna funzione. E allora? Sì, tale conferimento acquista un valore simbolico, come quello della presenza del Papa Ratzinger in Vaticano.

Una prima valenza è quella che tutti sono responsabili della Chiesa di Dio. Nessuna situazione, compresa quella dell'età, è esclusa dal compito coessenziale di ogni cristiano.

L'altra valenza è quella che il Papa afferma come opposizione allo “scarto”. Ciò che non tutti i religiosi comprendono. I vecchi sono scartati, anche quando sono ancora validi.

Un'altra valenza è quella di riparazione, per i torti subiti da un anziano.

L'altra valenza ancora è l'universalità della Chiesa: ogni nazione del mondo è Chiesa di Dio: Europa, America, Asia sono l'estensione del “Regno di Dio”.

Il papa Francesco ha sempre affermato il valore dell'esperienza degli anziani, esperienza permeata di saggezza da trasmettere alle generazioni più giovani, per purificarle dalla loro quasi naturale pretensione. Le due esperienze, la matura e la crescente, devono integrarsi per attuare l'unità nella carità.

Questa integrazione si allarga dalle età, ai sessi, alle professioni, alle mansioni. Il corpo di Cristo si realizza grazie all'unità di tutti. Realizzazione, se tutti rimangono fedeli alla propria posizione e da questa allungano la mano a tutti.

Ecco allora che questo vegliardo cardinale diventa simbolo e  stimolo alla carità nella Chiesa, valore di unione, dono di carità.

E nella carità, non fuori di essa, si gusta la gioia dello Spirito.

14.02.14