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Fede in primo piano

Il Cristiano si caratterizza basilarmente per la sua fede in Gesù, il Cristo. All’inizio era ben distinta la differenza tra religione e fede. La storia degli Apostoli ci presenta questi, i quali per la religione si recavano al tempio, per la fede (cena del Signore), si radunavano nelle case. Distinzione netta anche nei fatti, sebbene non separazione.

La fede in Gesù si è sempre trovata in un rapporto con la religione, il culto, le pratiche ufficiali di preghiera, le normative religiose. Quando coloro che credevano in Gesù furono - come Gesù - accusati di eresia e di bestemmia, la religione non poté tollerarli, e la sinagoga non fu più il loro luogo di preghiera.
Allora la fede, che, anche per esprimere alcuni lati di se stessa, dovette supplire alla mancanza della sinagoga, attribuì alla propria “ecclesia” (raduno) alcuni lati della religione, le preghiere e i riti. Tuttavia le movenze religiose erano a servizio della fede. In qualche modo, la fede inglobava, servendosene, le valenze religiose: prima la fede, poi la religione. I martiri erano martiri per la fede in Gesù e nel Padre.

Purtroppo quando l’imperatore romano dichiarò il Cristianesimo “religione” ufficiale dello stato, si creò quella mentalità per la quale la fede divenne una semplice componente della religione. In primo piano la religione, relegata nelle retrovie la fede. E così i fatti e le cerimonie religiose superarono tanto la fede in Gesù, da renderla un semplice optional.

Da qui la mentalità corrente di porre tutte le religioni sullo stesso piano, e di insegnare ai bambini per prima cosa alcuni doveri e alcune pratiche religiose, e non la fede e l’amore di Gesù e per Gesù. Non dunque religione che si serve della fede, ma fede che si può o si deve servire della religione.

GCM 13.11.14