HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2015 > Orticello

Orticello


    La gelosia del proprio orto, impedisce di apprezzare l’orto del vicino. Però la gelosia dell’orto ci rinchiude e ci depaupera. L’ha intuito subito l’Unione dei Coltivatori Diretti, i quali hanno aumentato la redditività del proprio orto, aprendosi alla collaterale produzione di altri orti.

    Forse, nel Cristianesimo, la gelosia del proprio orto ostacola il progresso del’ecumenismo. Perfino l’ecumenismo tra correnti ascetiche all’interno della stessa confessione religiosa, come dimostrano, per esempio, le discussioni tra le diverse teologie, o la moltiplicazione delle confessioni e delle sette all’interno delle chiese riformate protestanti.

    La gelosia del proprio orto induce a difenderlo, assolutizzando la bontà dei propri prodotti, e disprezzando i prodotti degli altri.
La contrarietà al progresso ecumenico forse è dovuta anche a una difficoltà ad essere umili. Umili anche semplicemente nel comprendere i valori autentici degli altri.

    E’ un po’ come in politica, dove alla fine delle elezioni si propende a parlare di vincitori e sconfitti, e non semplicemente di preferenze. La preferenza non è dettata solo dal cervello, ma anche dalla pancia.

    Qual è la pancia dei non ecumenisti, contrari o indifferenti che siano?

    Certamente nella pancia si nascondono le paure. Paura di contatti, di variare il modo di pensare, paura di perdere qualche lacerto delle nostre convinzioni; di non sapere quale sarà la nostra posizione all’interno di un nuovo sistema.

    Alla fine è paura che lo Spirito Santo ci abbandoni o non possegga energie sufficienti a indirizzare, e a sanare i nuovi indirizzi. Mettiamola come ci piace, alla fine è paura che Dio ci lasci perdere. 

    GCM 28.06.14