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L’acqua fresca del Concilio

C’è sempre da lodare e da ringraziare Dio, per il dono del Concilio Vaticano Secondo, e per il dono della nostra vita vissuta durante tale Concilio e per la conseguente conversione che il Concilio ha innestato in noi.

Forse non conosciamo a sufficienza questo dono di Dio, che deve esser vissuto affiancato al Vangelo. Del Vangelo è un aggiornamento, e anche un esempio di come si aggiorna il Vangelo, naturalmente nelle parti dottrinali, e anche in quelle disciplinari. Quest’ultime dovevano esser l’avvio per un eventuale “diritto canonico”. Ma sembra che i canonisti, anziché adattarsi completamente al Concilio, non raramente hanno costretto il Concilio e la sua libertà a entrare nelle norme giuridiche, seguite da lunga data.

A parte questa svista, il Concilio autentico resta un dono di Dio.

Già Gesù, per sottolineare la predisposizione per accogliere la sua parola, indicò la necessità di non versare il vino nuovo in otri vecchi. Disposizione questa che mantiene il suo valore in ogni tempo.

Il dono del Concilio ci ha sveltito il nostro modo di vivere Gesù. Questa norma del vino nuovo in otri nuovi, deve vivificare anche la nostra vita. I cambiamenti si susseguono, e noi già nei nostri non lunghi anni, ci siamo accorti di questi rinnovamenti. Il primo rinnovamento quotidiano, è il recepire il Vangelo con occhi sempre rinnovati.

Il Concilio, a noi abituati alla vecchia maniera di vivere il Vangelo, la Messa, l’opera della Chiesa, ha offerto la gioia della liberazione dai vecchi costumi e la predisposizione ad accettarne di nuovi, nella continuazione della fedeltà a Gesù.

25.08.14