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Espansione e fuga 1


    Ogni gruppo, nel tempo, tende a dilatarsi. Così la famiglia, così il convento, così la Chiesa di Gesù.

    Però, la dilatazione avviene o per amore, o per fuga.

    Contemplando Gesù, quando si esprime nella preghiera ampia, riportata nel Vangelo di Giovanni, impariamo la dilatazione per amore. Lui e il Padre sono talmente uniti nell’amore da essere un tutt’uno. L’unica divinità, l’unica “gloria”. Gesù allora afferma che la gloria ricevuta dal Padre, egli l’ha partecipata ai suoi, che perciò sono avvolti nell’unità.

    L’amore di Dio, fomentante la Trinità si espande nei “fratelli” di Gesù. E in Gesù non esistono estranei, ma tutti sono fratelli, figli dello stesso Padre. Non solo trasmissione di gloria, ma allargamento in  noi della famiglia Trinitaria.

    Se dentro un gruppo non germina l’amore, se non si amano davvero tutti, sorge il bisogno dell’evasione, della fuga. La fuga notissima dell’adolescente o del bambino che fugge da casa; la fuga dell’adulterio; la fuga con l’amante, o con le amicizie scorrette.
    Talvolta perfino la fuga in convento o in seminario. Non si fugge mai dall’amore, ma dal non amore.

    In questo senso la famiglia non si dilata, anche con un nuovo amore, ma si sfascia. Si allarga non per comunicare l’amore, ma per produrre separazione. La divisione (eresia e scisma) nella Chiesa non è dovuta a supplementi di amore, ma a mancanza di carità! Quante divisioni evitabili, se ci fosse stata meno condanna, ma più comprensione! Abbastanza recentemente il fenomeno del modernismo e dei seguaci di Lefebvre, sarebbe stato superato da un supplemento d’amore!

    GCM 28.06.13