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Scritti di luce

Vedo una letteratura sacra corrente, sempre più abbondante e numerosa. Molti sacerdoti scrivono ed esprimono dei concetti veramente belli. Ciò fa piacere, perché il clero diminuisce di numero, ma cresce, e molto, in qualità.

Fa bene al cuore, quando si leggono le pubblicazioni di questi fratelli, scoprire come esprimiamo concetti uguali o analoghi, quasi godendo di una continua comunione, di pensiero e di vita.

Sembra quasi che la comunione eucaristica (lo stesso Gesù, amore e salvatore) si effonda sullo scritto: questo diventa una comunione allargata e dilatata.
Non si nota differenza tra altare e scritto, tra amore all’Eucarestia e amore al prossimo nel comunicare. Lo Spirito che trasforma il pane in Gesù, durante la Messa, grazie alle parole trasformanti, è lo stesso Spirito che serpeggia e vivifica le parole scritte, che diventano veicolo dell’amore di Dio.

Il peso di grazia, che gravita nella parola detta o scritta dai preti, controbilancia, nella Chiesa e nel mondo, gli errori che qualche membro del clero commette lontano dalla Parola di Dio. Anche a questo riguardo il bene vince il male, come Dio supera il male vincendolo con il perdono.

Tutto è grazia, perché tutto diventa verità, luce, perdono.

Constato negli scritti dei miei confratelli, un senso di serenità, la voglia di aiutare e di amare. Le ombre che si infiltrano spesso nel nostro operare, sono largamente vinte dallo splendore dello Spirito.

Egli penetra nella parola detta o scritta, e, attraverso essa, nel cuore.

GCM 22.04.14