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I miracoli quotidiani


Certamente i miracoli continuano, quando si opera nel nome di Gesù.

L’esperienza di ogni sacerdote è quotidiana. Un miracolo lo vede la fede. Un altro lo sperimenta il sentire. Poi altri miracoli o segni, li costatiamo dentro di noi.

Il primo miracolo della fede, sbalordisce chi ci riflette. È il miracolo della Messa. Pane e vino, che a un certo momento non sono più solo pane e vino. E quel momento è scandito dalla semplice parola: “Santifica questi doni” oppure “Questo è il mio corpo”.

La parola trasforma e fa essere. È una eco di quel “Disse e avvenne” della creazione. E ricorda la fede del centurione: “Comanda solamente con la parola, e il mio servo guarirà”.

Il secondo miracolo suscitato dalla parola, dalla semplice parola, non accompagnata da nessun esorcismo. Tutti abbiamo sperimentato la dolce leggerezza, sensibile, quando ci siamo sentiti dire: “Io ti assolvo con l’autorità di Dio!”, “Ti assolvo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.
L’assolto risente la “gioia della salvezza ridonata”. L’assolutore, in nome di Dio, è colto da una meraviglia indicibile: “Attraverso di me, attraverso la semplice mia parola, il Padre ha graziato un suo figlio. Mio Dio, chi sono io, perché questo miracolo passi per le mie mani?”

Poi i miracoli quotidiani a bizzeffe. La preghiera, nella quale lo Spirito di Dio è sempre presente per destare confidenza, attenzione, serenità, gioia. Con la preghiera si uniscono le rette intenzioni, la capacità di perdonare. Sì, la capacità di perdonare è un vero miracolo dentro alla persona, tendente alla rivalsa, alla vendetta. La capacità di perdonare è il miracolo di una trasfusione miracolosa dal Padre a noi figli. Misericordiosi come il Padre…

23.01.14