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Noi, farisei

Scandali farisaici nei giornali, scritti parlati veduti. L’emotività della gente è titillata, narrando di stragi di qua e di là. Perfino i ministri e i magnati si dichiarano scandalizzati.

Viviamo in un bagnomaria scandalistico.

La domanda primitiva, banale, è questa:” Con che cosa si perpetrano le stragi?”. Risposta ovvia:”Con le armi”:

E il fariseismo nostro e dei giornali non va oltre. Invece l’altra domanda banale dovrebbe essere:”Le armi cadono dalle nuvole o le fabbrica qualcuno?”. Ma questa seconda domanda banale, nessuno si degna di formularla, soltanto per un senso di dignità, cioè per non diventare banali. La risposta potrebbe essere: “I guerrafondai privati e statali”.

Poi qualcuno potrebbe perfino arrischiare l’altra domanda, complicatissima a causa del commercio internazionale: “Chi vende tali armi?”. E poi: “Chi e perché le compra?”.

La filiera è chiara.

Chiudere le fabbriche d’armi, imprigionare i commercianti d’armi, e le stragi si faranno solo con i bastoni e con i sassi.

Continuare a votare per i governi che non impediscono la fabbricazione d’armi, è la nostra corresponsabilità nelle stragi, e nel fariseismo degli scandali.

Per le armi è come per l’AIDS. Piangiamo i mali, e siamo “moderni”, indifferenti per le libertà sessuali, dalle quali nasce il flagello dell’AIDS.

Tutto il mondo è tuffato nel maligno, dice la Scrittura. E noi siamo rei, ma non ce lo diciamo neppure sottovoce.

Combattiamo, quando combattiamo, gli effetti, senza scomodarci per risalire alle cause. Bisogna smettere di rendere onore alle vittime delle stragi. Far emergere la responsabilità dei fabbricanti di armi.

GCM 16.07.09