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Infanzia violata

L’innocenza violata dei bambini, la si considera sotto l’aspetto della pedopornografia. E gli adulti, a tale scoperta, si scandalizzano, e alcuni si compiacciono o si divertono.

Eppure questa non è la sola violazione dell’innocenza, e probabilmente neppure la più grave. La violazione più grave è quella di spegnere nell’infanzia il senso di Dio.

Il bambino è naturalmente dotato di vivere la fede in Dio. Ne ha bisogno per sopravvivere. La negligenza più micidiale dei genitori, è quella di non rispettare e accompagnare la fede del bambino, i cui “angeli vedono la faccia del Padre”.

Non si tratta di alimentare la fede, ma semplicemente di rispettarla.

I genitori che si piccano di mostrarsi moderni, quando il bambino si apre spontaneamente alla fede, non accennano alla presenza di Dio, perché loro stessi se la sono soffocata. Magari, per mostrarsi moderni e intelligenti, pronunciano la frase stupida, che ha il paludamento della saggezza: “A suo tempo, quando ragionerà, lui sceglierà!”.

A suo tempo? Il tempo è subito.

Quando ragionerà. Dovrebbero dire altrettanto per il cibo: quando comprenderà il valore del cibo, allora comincerà a mangiare.

Si può deviare e violare l’innocenza del bambino, anche con il difetto opposto: ossia caricare il bambino di idee religiose, e di preghiere preconfezionate, che non rientrano nella spontaneità del piccolo.

Il bambino, come abbisogna di apprendere le parole per esprimere ciò che sperimenta, così ha bisogno di semplici annunci per corredare di idee ciò che vive. E’ sufficiente dire: “Gesù ti ama”; “Dio è qui, anche se non lo vediamo” ecc. E soprattutto metterci noi a pregare davanti al bambino, per suscitare la sua curiosità di fede.

GCM 11.07.09