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Festival biblico

 Si sta svolgendo, in questi giorni, a Vicenza il festival biblico. La parola di Dio, se celebrata, serve solamente a condurre a Gesù: “Di me parlano le Scritture”.

 Immaginavo, evidentemente illudendomi, che durante il festival biblico, il primo effetto fosse quello di portare tutti a Gesù. Quindi di costatare un afflusso incontenibile all’Eucaristia.

 Chiese vuote, Eucaristia, come ogni giorno, per pochi.

 Poi mi sono accorto che si tratta di un festival. Nulla di più opposto alle antiche sagre, quando il sacro prevaleva sul profano della festa successiva. E’ un festival, dove si snoda il profano. Anche i discorsi fanno parte del profano, appunto di un festival.

 La delusione aumenta, per chi ama davvero la parola di Dio, nel vedere che la Bibbia è asservita al festival. La Bibbia è il cuore della Parola di Dio, ma all’occasione da sottomettere al festival? Utilizzo della Bibbia non per il suo scopo essenziale, Gesù; ma per lo scopo della pubblicità, del divertimento.

 Non un raduno per la Bibbia, ma la Bibbia per dare un po’ di tinta a un raduno festivaliero?

 E’ vero che tutta questa impalcatura, può essere finalizzata a far capire alla gente che esiste una Bibbia, e che essa può (e deve) condurre alla gioia. Può essere un’occasione per dire ai lontani e ai distratti che esiste la Bibbia, della quale sicuramente si venderanno molte copie. Però il gusto del cuore della Bibbia ci arriva da altre fonti, la prima delle quali è l’opera dello Spirito Santo.

 Dall’azione festaiola e turistica, si passa quindi all’azione esclusiva dello Spirito. Dopo il festival, dal festival, si arriverà ad apprezzare l’opera dello Spirito Santo?

 GCM 30.05.09