HOME

Home > Societa' RIPENSARE > Articoli 2009 > Il dono della morte

Il dono della morte

La nostra vita è un dono di Dio. Tutta la vita, compresi concepimento e morte. Anche la morte è un dono di Dio, che non deve essere manomesso.

Ci lasciano molto perplessi quei gesti delle madri che uccidono i neonati. I loro figli non sono considerati un dono, ma un mero ingombro di cui liberarsi. E’ difficile capacitarsi al pensiero che una madre o un padre possano volere o decidere la morte della propria creatura. Eppure se il figlio è vissuto come un oggetto di disturbo, la soppressione di un figlio ne è una conseguenza.

Anticamente si uccidevano i figli per atto di culto. Abramo era preso da questa mentalità: fu guarito da Dio. La stortura, molto diffusa presso i popoli primitivi, di onorare Dio, sacrificandogli delle vite, era considerata un dovere. Perfino la morte di Gesù fu interpretata come forma di culto.

Dove era andato il Dio vivo, amante della vita? Dov’è Dio che include nella vita umana la dimensione della morte?

Come è difficile concepire un padre, che vuole la morte della propria figlia, dicendo di sottrarla alla sofferenza (che non si sa quale sia o se sia), mentre in realtà si libera dell’ingombro di una figlia che dà fastidio!

Dio ama la vita, eppure non evita la morte di suo Figlio e dei suoi figli. Lui però vede oltre la morte, che è solamente uno dei passaggi difficili dell’esistenza umana.

Altro è il pensiero di Dio, che accetta la morte a favore della vita completa, altro il pensiero di un padre che decreta la morte della figlia, per “farla finalmente finita, quest’odissea. Nessun genitore, né divino né umano, può volere la morte per la morte.

GCM 20.12.08