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Bullismo

I mass-media riferiscono che il bullismo dai giovani si è versato negli adolescenti e già sta infestando le scuole elementari europee.

Tutti ammettono che non è una cosa bella. Poi richiamano le responsabilità delle famiglie e della scuola. Quale responsabilità possono assumersi, o almeno riconoscere, le famiglie e la scuola, quando ormai cedono a comportamenti di etica ondivaga e insicura? Esse non hanno agganci etici importanti.

Però forse si nasconde una responsabilità maggiore, che il consumismo dovrebbe assumersi. Ma se il consumismo diventasse etico, si autodistruggerebbe. Non esiste un consumismo etico, non può esistere.

Or dunque il consumismo sforna oggetti da acquistare. Questi oggetti, per i bambini, sono soprattutto stimolazioni visive. Queste disseminano violenza.

Il bambino vede ed, istintivamente, imita. La menzogna si annida in quel “dedicato, o riservato, agli adulti” oppure “i bambini, per seguirli, devono essere accompagnati dai genitori”. Supponiamo anche che i genitori possiedano un serio senso morale (in pochi ci riescono): ma i bambini sono attratti dalle immagini, e trascurano le parole.

Il bambino non è un bullo, ma un imitatore. Più tardi diventerà bullo.

Perché l’UNICEF o l’ONU non si incaricano di proibire la produzione di film o di cartoni animati, con contenuti violenti? Non lo può fare, altrimenti diminuirebbero le entrate: quelle dei produttori, quelle dei giudici, quelle delle ditte che riparano i danni, e pure quelle per le pompe funebri.

GCM 16.10.08