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EDI 6 - zero

Conversando con un giovane, che mi incontrò per consulto, brillò l’idea che l’ignoranza è così vasta, che si potrebbe scriverne un’enciclopedia: enciclopedia dell’ignoranza, da affiancare alle diverse enciclopedie, della scienza, dell’arte, della letteratura, della storia, ecc.

Credo che l’enciclopedia dell’ignoranza assumerebbe un volume così vasto da includere tutte le altre enciclopedie... e ne avanzerebbe ulteriore spazio.

Come sintetizzarne il titolo?

Enciclopedia dell’ignoranza. Si può siglare il titolo con E.I. ; però si offenderebbe l’esercito italiano.

Pensiamo a un EDI, ma di Edi ne ho accostato più d’uno, qualcuno dei quali occuperebbe molto spazio nell’enciclopedia. Ma non voglio offendere nessuno, anche perché nessuno, Edi o Marco o Bruno, si crede ignorante.

Ho optato per EDI 6 o ENDI 6. Sigla adatta a un detersivo o a un capo di abbigliamento. Purtroppo la fantasia non ha oltrepassato i confini e mi sono fermato a EDI 6, sigla che non offende nessuno, e che non si trova neppure nel numeroso campionario di abbreviazioni e di sigle del Dizionario della Lingua Italiana di Devoto-Oli.

Come si sarà notato, nel titolo zero di questo “abbaino”, ho scritto lo zero in lettere e non in cifre, per non abbassare la lettura del nobile titolo EDI 6, in un volgare EDI 60.

Per noi, ignoranti, è un’attenzione dovuta.

Di quale ignoranza parliamo? Di quella che i teologi notano come “ignoramus et ignorabimus”: ignoriamo e continueremo ad ignorare. Spesso ignoriamo perfino il valore delle parole, con le quali parliamo della nostra ignoranza delle cose che ignoriamo. E’ buio assoluto, vuoto completo.

Eppure l’accorgerci della nostra ignoranza - lo dicevano già gli antichi filosofi greci - può trasformarsi in un inizio di sapienza.

GCM 02.06.09