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Le competenze

Quale atteggiamento assumere di fronte a un cristianesimo, che si restringe?

Lo stesso di sempre, nella buona e nella cattiva sorte: credere in Gesù. Infatti: “Non temete: io ho vinto il mondo” diceva Gesù pochi giorni prima di essere ucciso dal mondo. “Questa è la vittoria: la vostra fede”.

I cristiani, che non godono più la perfetta gioia di essere cristiani, sono persone che hanno respinto il tocco di Dio, lo Spirito Santo, con la stessa paura, che induce a liberarci di una brace, se ci casca addosso. La paura di essere bruciati dallo Spirito, fa rifuggire da esso.

E’ questa una paura che invade, chi si dichiara ateo, e non si perita di affermare che Dio non esiste. La paura di essere invasi da Dio.

Dio dice: “Sto alla porta e busso”. Però se Egli entra, è immenso, penetra ogni spazio, trasforma il cuore e sobilla la vita.

Per i cosiddetti atei è urgente non aprire la porta, neppure di uno spiraglio, come invece fanno gli scettici.

Fanno pena gli atei, soprattutto quando parlano di Dio, per negarlo.

Quando leggo le affermazioni degli atei, che presumono di notare qualche cosa su Dio (anche negare Dio è parlare di lui), mi ritornano in mente le parole dello scultore greco, rivolte al calzolaio, che oltre a criticare i sandali di una sua statua, si permise di criticare anche il resto. “Sutor, ne ultra crepidas”: “Calzolaio, fermati a parlare dei sandali”.

L’ateo che parla di Dio, è simile al calzolaio, che pretende di criticare qualche cosa, che lui non può affermare, né negare, perché non la conosce.

GCM 03.09.09