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E’ arrivato il crac

Nel 2002 leggevo un libro, ricco di dati e ancor più ricco di idee (vedi la postfazione di Carlo Molari), sull’economia globale, quale oppressione dei poveri. Il libro è scritto da Cesare Frassinetti (“La globalizzazione vista dagli ultimi”). Il capitolo sulla finanziarizzazione, pur essendo torturato da troppe “zeta”, concludeva (allora!) così: “L’allargamento di questa forbice - tra valore reale e debito mondiale - rende sempre più esposta al collasso la pur sofisticatissima intelaiatura delle transazioni finanziarie” (pag.34).

Oggi siamo arrivati. E i tamponi di parole da parte dei “responsabili” non servono a rimediare. Qualcuno reclama le regole da applicare al “mercato libero”, frutto di mentalità deviata, proponendo un volgare ossimoro, una contraddizione patente: se il mercato è libero, non sopporta regole, che lo disciplinano.

Proprio sul concetto di libertà va applicata la riflessione e la cura. Quale libertà? quella del liberalismo, della rivoluzione francese, del radicalismo, del vattelapesca?

Potrebbe sembrare strano, ma il mondo “concreto” della finanza è retto dal mondo “astratto” dell’ideologia.

Il crac del mondo finanziario potrebbe rimettere il mondo occidentale, e non solo, con i piedi per terra. Ma per questo non sono sufficienti le ricette degli “esperi finanziari” che hanno causato il crollo, né le ricette dominate dalla nostra paura o dal megalomanismo dei capi. Qui si richiede una vera conversione di mente e di cuore, un ritornare all’amore per l’uomo.

Si riprenderà, come sempre, l’economia, ma per poi ricadere come sempre, se non si converte davvero.

GCM 23.10.08