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Persecuzione e beatitudine

Guai, se tutti ti loderanno. La persecuzione di cantina con le mormorazioni oppure di piazza con la banda, è segno che le tue cose vanno bene, valgono.

La persecuzione è la controprova del tuo valore, invidiato da chi si crede potente o intelligente, e teme di essere oscurato dal tuo successo.

Quasi vien da dire: quando sei osteggiato, ringrazia. Gesù lo dice esplicitamente: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi a causa mia. Rallegratevi ed esultate: grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così, del resto, perseguitarono i profeti che furono prima di voi” (Mt 5, 11-12).

Chi è di Gesù è sempre un profeta, anche quando è colpito da mutolezza.

La beatitudine si addice a coloro che sono perseguitati “a causa mia”. Quindi la persecuzione deve indirizzarsi al Cristo. Ci sono persecuzioni contro i malfattori, i rivoluzionari. Sono persecuzioni “per causa mia”?

Noi, credenti apertamente, siamo cristiani con “etichetta”: l’etichetta della tonaca, della corona del rosario, dell’azione cattolica, della frequenza alla messa, ecc.

Però ci sono anche cristiani senza etichetta (si dicono: cristiani anonimi). Una bella lista di tali cristiani, che sono numerosi, si legge nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo: “Avevo fame, sete, ero senza vestiti, ecc.”. In questi giorni tutte le persone “solidali” con i terremotati sono cristiani conclamati e cristiani anonimi. La lista si allunga con quelli che praticano o combattono per la giustizia. La lista di tali cristiani abbraccia la quasi totalità delle persone.

28.09.16